Collezione mineralogica Liceo Virgilio
La mineralogia moderna ha un grande impulso a partire dalla fine del XVIII secolo, e si affianca allo sviluppo della cosiddetta "piccola chimica", cioè a quella serie di tecniche e strumenti analitici facilmente trasportabili che consentono già sul campo di determinare la composizione dei diversi campioni. In quest'epoca cambia anche il criterio di costruzione delle collezioni: dalle wunderkammer si passa a collezioni meno estetiche ma mirate alla conoscenza dei materiali e alla didattica. Ed è proprio a questo ambito che appartengono le raccolte qui presentate.
La collezione mineralogica del Liceo Virgilio si compone di oltre 2.000 pezzi raccolti in diverse epoche; lo studio degli inventari manoscritti ha permesso di far risalire i campioni più antichi alla seconda metà del XVIII secolo. All' inizio del XIX secolo risalgono anche una cassettina in cartone con coperchio in vetro che raccoglie 35 esemplari delle miniere di rame della Val d'Agordo, con esempi di mineralizzazioni e delle diverse fasi di lavorazione del rame, e una scatola in legno con 101 provette di polveri mineralogiche per l'analisi al cannello ferruminatorio. Fra i numerosi materiali e modelli didattici, spicca inoltre una cassetta contenente 60 modelli cristallografici in legno, acquistata nel 1898 e in ottimo stato di conservazione.
IL CATALOGO WERNER: LA COLLEZIONE RITROVATA
Nel 1813 la Direzione Generale dell'Istruzione del napoleonico Regno d'Italia acquista dalla Bergakademie di Freiberg diversi esemplari di una collezione mineralogica didattica destinata ai licei. Ciascuna raccolta, composta di 462 pezzi, viene inviata alle scuole accompagnata da un catalogo a stampa, compilato sulla base dell'originale manoscritto tedesco dal prof. Claro Giuseppe Malacarne, docente di chirurgia presso l'Università di Padova e membro della Società Mineralogica di Jena.
Come dichiarato nella prefazione del catalogo, intento dell'opera è il dare una base scientifica comune agli studenti liceali e fare in modo che questi giungano agli studi universitari "...ben imbevuti de' primi rudimenti di mineralogia..."
Letto oggi Il catalogo Werneriano a tratti fa sorridere, con descrizioni poetiche, soggettive e non sempre di facile interpretazione. Non si deve però scordare che esso racconta la mineralogia non solo di un'altra epoca, ma addirittura di un'altro mondo; un mondo che non sapeva di strutture atomiche, tavola periodica e raggi X, che vedeva i geologi divisi fra nettunisti e plutonisti, che ancora per oltre un secolo avrebbe pensato alle montagne come generate dalla contrazione per raffreddamento del pianeta e che da poco più di cent'anni aveva compreso la reale natura dei fossili.
L'opera fa comunque riferimento ai più importanti studiosi di mineralogia del tempo, tant'è vero che contiene la descrizione accurata dei campioni, ordinati secondo il sistema proposto dal tedesco Abraham Gottlob Werner e un compendio del sistema di studio della mineralogia dell'abate francese René Just Haüy, entrambi considerati fra i padri della mineralogia moderna. Di ciascuna specie mineralogica vengono inoltre forniti tutti i possibili sinonimi in uso nei diversi sistemi di classificazione da mineralogisti di fama internazionale quali Romé de L'Isle, Brongniart, Brochant, Kirwan e altri.
Una ricognizione fra i volumi della biblioteca del liceo Virgilio ha portato al ritrovamento di una delle rare copie proprio del "Catalogo di una collezione di minerali disposta secondo il sistema del celebre Werner ed acquistata per uso de' licei del regno d'Italia a Freyberg dalla Direzione generale di pubblica istruzione." Il Liceo Ginnasio di Mantova possedeva quindi un esemplare di tale raccolta. A distanza di oltre 200 anni, e non trovandone cenno in nessun inventario successivo al 1821, non si supponeva neppure di poter rintracciare qualcuno di quei campioni, anche perché i cassetti che li custodivano erano stati ormai destinati a contenere altro materiale. La presenza del catalogo era comunque un buon passo avanti per comprendere il valore storico delle raccolte.
A volte però la casualità gioca un ruolo importante nell'evoluzione di una ricerca...
Spostando cassette di materiale non inventariato, il carattere di stampa sull'etichetta di un campione di calcite attira l'attenzione: la grafica ha qualcosa di familiare, ricorda il catalogo werneriano, per quanto improbabile possa essere meglio quindi verificare. E increduli scopriamo che la descrizione del libro corrisponde effettivamente al pezzo. Dopo quel primo esemplare, ad oggi ne sono stati identificati altri 378, per lo più in ottimo stato di conservazione; un frammento di storia della nostra cultura ha ritrovato la sua collocazione.